Yaruki 2017: Lezione di Autodifesa di Anita Girardi

Una sorpresa anche per noi giudici, un'autrice che di certo nessuno conoscerà!

di Alex Ziro

Siamo ormai pienamente nella seconda metà dello Yaruki 2017 – Italian Japstyle Comics Award, categoria INDIE, godiamoci questi ultimi autori!

Oggi di chi è il turno? Di Lezione di Autodifesa di Anita Girardi
 
 
Anita nasce a Milano il 6 Marzo del 1974. Sin da piccola mostra a tutti una vera e propria passione per il disegno, soprattutto quello ispirato ai cartoni animati giapponesi, arrivati in Italia proprio durante la sua infanzia. Tra Anita e quel mondo animato, ancora acerbo se vogliamo rispetto a molte altre opere che sarebbero uscite solo anni dopo, è stato amore a prima vista. Canticchiando sigle TV e disegnando vari personaggi, su qualunque tipo di supporto (carta, mobili, pareti...) Anita inizia le scuole medie e sorprende professori e compagni con le sue doti artistiche. Ma è solo nell'estate della seconda media che c'è stato il salto vero e proprio: fu proprio in quel periodo che venne trasmesso per la prima volta Holly e Benji. Innamoratasi di quei, Anita decise di iniziare a disegnare (per gioco) i suoi primi fumetti manga. Alle superiori sì iscrive in una scuola d'arte e moda di Milano, perfezionando così le sue tecniche di disegno, colore ed anatomia. E naturalmente realizza nuove storie manga con protagoniste lei stessa e le sue compagne di corso: una serie a fumetti durata (e non terminata) ben 5 anni, che Anita conserva gelosamente ancora adesso.

Dopo la maturità, Anita si iscrive alla Scuola di Fumetto di Milano, che all'epoca forzava la mano degli studenti a disegnare solo ed esclusivamente stile Bonelli o Marvel, per cui comics occidentali. Anita non smette di seguire la sua passione e non tradisce la sua mano manga: per la scuola disegna Bonelli e per sé stessa continua a disegnare manga. Sempre durante la Scuola del Fumetto nasce la coppia artistica Axia 94 con un suo compagno di corso, che diventerà anni dopo suo marito. Nel 1995 Anita realizza il suo primo vero manga, in cui convergono la sua passione, il suo tratto e soprattutto gli studi fatti nel corso di Fumetto, Autodifesa, opera con la quale partecipa ad un primo concorso manga del quale però nessuno ha saputo più nulla. L'anno seguente Anita si diploma come migliore allieva del suo corso di fumetto e riesce ad andare a lavorare presso una ditta di Milano come grafica ed illustratrice.

Per oltre 11 anni quindi Anita smette di disegnare, sino a maggio del 2016, quando una sua amica le chiederà di realizzare un biglietto d'invito per un matrimonio, rigorosamente stile manga. In un anno esatto, Anita riprende in mano Autodifesa (finito in un cassetto) e lo riedita in digitale per tutti i testi, ne realizza le copertine e alcune art gallery dei personaggi e lo rinomina "Lezione di autodifesa". Realizza inoltre un centinaio circa di nuove illustrazioni manga, cercando di recuperare la mano persa a causa della lunga inattività, con crescente entusiasmo e ottimi risultati. Realizza copertine per CD e poster su commissioni di amici, in attesa di una nuova ispirazione, un nuovo progetto.
 
Questa storia parla di due ragazzi (un lui e una lei) che come ogni giorno, finita la scuola, si recano in stazione ad attendere che arrivi il treno che porterà lui a casa mentre lei andrà a prendere il pullman lì vicino. Lui fa karate e si perde a raccontare, descrivere e mimare le mosse di tale disciplina... Il treno arriva e lui è pronto a partire. Lei lo saluta e si incammina verso la fermata del pullman, quando viene fermata da due malintenzionati.

Questo è un momento speciale, non si può negare. Magari moltissimi utenti di AnimeClick non lo potranno comprendere perfettamente ma il mondo dell’indie è come una grande famiglia, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti, ma in un modo o nell’altro tutti gli autori vengono dallo stesso nucleo, si possono trovare facilmente e molti di loro sono connessi in più modi. Poi ecco Anita. Quando c’è arrivato il suo fumetto non sapevamo assolutamente come reagire, perché un’opera così sorprendentemente bella arrivata da un’autrice assolutamente fuori “da questa famiglia”, com’è possibile?! Non è proprio un mondo dove siamo abituati a queste sorprese, solitamente chi è bravo come Anita apre senza indugi una pagina Facebook, usa Instagram o è già con una casa editrice. Invece ecco una di quelle pochissime autrici che fanno parte di un mondo lontano, dove il concetto di fumetto indipendente era completamente diverso, dove le scuole del fumetto boicottavano i manga e non si pensava di usare i social network. Quel che voglio dire è che la sua bravura è cristallina e certificata dal suo percorso, oltre che dalla sua incredibile passione che arde tutt’ora nonostante abbia avuto motivi per rimanere sopita, ed è fantastico che lei ci abbia dato modo di provare una sorpresa nuova.

Il fumetto ha sicuramente un aspetto che potrebbe, per qualche secondo, destabilizzare i più giovani, le radici dei suoi studi si vedono perfettamente quindi è naturale che il suo stile si rifaccia a qualche anno fa, elemento che assolutamente non potrebbe mai considerarsi come negativo, si respira un’aria diversa e va benissimo così. Il fumetto è breve, una lettura veloce e d’impatto nel quale possiamo immediatamente apprezzare, oltre che il suo stile, la cura dei dettagli, gli sfondi, un lavoro certosino che ci porta a chiederci dove sarebbe quest’autrice se non avesse messo da parte il suo dono per così tanti anni. Inoltre la storia porta un fantastico messaggio, assolutamente a cavallo dei tempi, mostrandoci questa ragazza che non ha bisogno del suo amato (per quanto si possa apprezzare il suo gesto, assolutamente) ma che dimostra che può benissimo difendersi da sola e con ottimi risultati. Supportate Anita ed aiutatela a far diventare anche la sua storia personale più simile a quella di un fumetto.

Ecco il tributo di Anita Girardi alla nostra Yaruki:
 

Intervista all'autrice:

Anita, è un onore poter fare finalmente la tua conoscenza. Adesso dovrai rispondere a delle domande: pronta?

Ciao Alex, l'onore è mio, davvero, e sì, sono pronta! Emozionatissima e ancora incredula naturalmente, ma pronta!

Cosa ne pensi del fumetto japstyle e del suo successo qui in Italia?

Io adoro il japstyle, amo i manga e gli anime prima ancora di sapere che si chiamassero così... tieni conto che sono nata poco prima che i cartoni animati giapponesi arrivassero in Italia e per me fu amore a prima vista, davvero! Dai robot come Jeeg, Daltanius alle storie sentimentali e strappalacrime quali Pelin, Remy, Candy Candy, Lady Oscar, sino a quelle più moderne come Kiss me Licia, Marmalade Boy, Sailor Moon, Pokemon e tanti tanti altri, ovviamente... Essendo quindi io una super patita di japstyle, in ogni sua forma, ho davvero visto l'Italia (con i suoi tempi biblici) aprirsi pian piano a questo mondo, sentendomi felice, entusiasta e oggi più che soddisfatta di questo meritato successo.

Quando hai frequentato la Scuola del Fumetto di Milano sei stata testimone di come l'Italia non fosse all'avanguardia per quanto riguarda i manga, quanto è stato frustrante?

Frustrante... è dire poco, davvero! Quando frequentai la Scuola del Fumetto di Milano, ormai erano già 3-4 anni circa che in Italia venivano pubblicati manga e riviste di settore, ma all'interno della scuola apprezzare apertamente i manga e disegnarli era quasi un'offesa, un insulto all'arte sacra del fumetto italiano. Per cui avevamo professori che te lo boicottavano apertamente, non apprezzando la tua mano manga e spingendoti  invece per apprendere quella Marvel o Bonelli... Per me era un vero e proprio supplizio, non lo ritenevo giusto e soprattutto non mi appagava per nulla. Per cui, accontentavo i professori disegnando a scuola come loro volevano, e applicando poi a casa le varie tecniche sui miei disegni manga. E nelle materie in cui potevo concedermi delle "licenze artistiche", lì disegnavo japstyle senza pensarci troppo. Per cui sì, confermo che l'Italia in quel periodo era ancora molto indietro al voler riconoscere e apprezzare veramente i manga e il loro valore, rispetto al presente. Si stava comunque aprendo ed era già qualcosa, almeno all'esterno. Nelle poche scuole di settore, ovviamente, la cosa non era ben vista, come ho spiegato prima. Vedere oggi come oggi  la pubblicità della mia stessa scuola, dove come materia reale c'è anche MANGA, ti posso assicurare che è una vera e propria rivincita per me, e credo per tutti i miei coetanei ed ex compagni di corso!

Come nasce Lezione di Autodifesa?

Lezione di Autodifesa nasce come storia da un compito di sceneggiatura, chiesto appunto durante il corso di fumetto.  Avrei dovuto realizzarlo in stile Bonelli... ma ovviamente non è stato così, poichè questa mia storia doveva essere un manga, assolutamente!

Vi sono altre opere che hai creato?

Ho realizzato nel corso degli anni tantissime illustrazioni dei manga ed anime che più mi piacevano, per hobby e passione, e qualcosa anche su commissione. Ho anche partecipato a diverse convention di settore, in passato, insieme al mio ragazzo (ora mio marito) con lo pseudonimo di Axia94. Di opere mie, come Lezione di Autodifesa (non considerando tutti quei manga fatti a matita su quadernetti a righe o quadretti realizzati ai tempi delle scuole medie e superiori, molti dei quali non conclusi nemmeno...), ce ne è solo una, sulla quale sto tutt'ora lavorando, e che spero di riuscire a terminare entro fine anno (questa è la scadenza che mi sono data). Si tratta anche in questo caso di uno shojo manga, realizzato dopo quasi 20 anni dalla mia prima opera... E' una sfida che mi sta dando tante soddisfazioni a livello personale, perchè mi ha dato modo di rimettermi in gioco come fumettista (anche se solo per passione e non per lavoro, purtroppo) e una volta finito (sono circa a metà della storia) vedremo un po'... Di certo sarà inviato a Yaruki il prossimo anno!!!

Penso di poter dire senza problemi che tu e la tua opera siate genuinamente la grande sorpresa dello Yaruki, un'autrice che sembrava uscita dal nulla e che ha sbalordito con un'opera che deve esser vista da più autori possibili. Come ci si sente a mettersi comunque in gioco in questo modo?

Davvero Alex, grazie mille per questo bellissimo commento... Sono parole che da sempre ho desiderato sentirmi dire, come sorta di premio e riconoscimento per il mio amore spassionato e incondizionato, e soprattutto mai tradito, per i manga e per la mia passione. Mi sento emozionata e orgogliosa, mi sento... Mi sento "al mio posto" finalmente, libera di poter essere la vera me stessa per davveo! Per cui di nuovo grazie!

Quali sono i punti forza di questo fumetto, perché dovrebbe essere votato?

Questa domanda è difficile... Vorrei che il mio manga venisse votato per quello che rappresenta... E' una storia semplice, se vogliamo molto quotidiana, classica (anche come stile grafico), ma in essa ho racchiuso tutti i miei sogni, le mie aspirazioni, la mia passione e soprattutto il mio credo: non smettere mai di sognare e di credere nei propri sogni. Anche se la realtà pare volerteli negare, strappare via, togliendoti la voglia e il tempo da dedicargli... Essere più forti di tutto questo, e andare avanti, continuando a sognare, nonostante tutto. E' quello che ho fatto io e... eccomi qui!!!!

Lo Yaruki vuole far conoscere autori che hanno forti sogni, tu magari non ti poni l'obiettivo di essere pubblicata da una casa editrice o diventare famosa, ma hai un grande sogno nel cassetto relativo alla tua arte?

In vero Alex, vedere la mia opera pubblicata da una casa editrice, essere quindi per davvero una fumettista, o meglio, una mangaka letta da tanti altri appassionati come me, è uno dei miei sogni, per cui se così fosse ne sarei davvero felicissima. Poter appassionare ed incantare i lettori con le mie storie, i miei disegni, la mia arte vorrebbe dire per me realizzare un mio sogno, il mio sogno più grande. E l'altro mio sogno, di conseguenza, sarebbe, anzi è quello di poterlo fare come professione, quotidianamente, e non solo come passatempo  risicato nei pochi momenti liberi che ho. Ma di certo, ora che ho ripreso a disegnare, che sia poco e tanto il tempo che posso dedicare alla mia passione, beh, glielo dedico tutto!!!

Grazie mille Anita, conoscerti è stato un grandissimo piacere!

Altrettanto a te Alex, un vero piacere e un grande onore! A presto!

Concorrenti Precedenti:

Kitsune to Neko
La Mia Mamma Ha Un Tumeowre
Apophis Saga
Drakon City
Due Uomini e un Cammello
Irezumi
The Space Between
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Seguendo Quel Filo Rosso

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Per maggiori informazioni sull’award contattare yaruki2017@gmail.com
Grafiche a cura di Megane郭

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